Tenere onde,
sulla superficie
lievi carezze
di vento.
Ombrosi colli,
sul volto del cielo
tremuli tocchi
di sole,
tra i ciottoli
polvere di luce.
Sfumate,
come sospese,
le candide piume
sui confini del lago.
Nel greve torpore
del quieto meriggio,
un vagare incerto
di sogni
e umidi sensi.
Libero,
nella marea
avvolgente
di vite lontane,
tenui petali
e cauti passi.
Fuggi,
nello specchio
infranto
da grigie nubi.